1. I NUMERI DEI SOCIAL
COME I SOCIAL NETWORK SONO UTILI PER I PROFITTI AZIENDALI?
COME INFLUENZANO LA VALUTAZIONE DEL PERSONALE?
Per rispondere a queste domande è utile dare uno sguardo all’impatto concreto dei social sulla popolazione.
“L’utilizzo di questi in campo di business e marketing non è più considerato un azzardo bensì una prerogativa per un buon business-plan.”
Già nel 2016 l’utilizzo di queste piattaforme sfiorò il 73,8% di utilizzo tra la popolazione, un numero che è andato crescendo.
In quell’anno, inoltre, noti brand del luxury in campo di moda, investirono su questo nuovo strumento per ottenere pubblicità e rendendo vere e proprie star le personalità del web, tanto da creare una nuova categoria di lavoratore: l’influencer.
Nello stesso anno, durante la settimana della Moda, a fine settembre, il numero dei post Instagram inerenti all’evento raggiunse la cifra di 231.000 con più di 40 mil. di interazioni. (1)
Per rendersi conto di quanto detto e contestualizzarlo, ad oggi, dobbiamo dare uno sguardo ai numeri, riportati della ricerca “We are social” Digital Report Italia 2021.
Dallo studio emerge che il 98, 5% degli italiani è attivo su almeno un social network. Quelli più utilizzati sono YouTube, WhatsApp e Facebook superano tutti l’80% di adozione, seguiti da Instagram (67,0%) e Messenger (55,9%). Da notarsi la crescita di Tik Tok (23,9%) utilizzato quest’anno dal doppio degli italiani.
Di conseguenza si evince che oramai il fenomeno è talmente ampio da non essere sottovalutato.
I SOCIAL TROVANO IL LORO SUCCESSO NEL LORO ESSERE APERTI A TUTTI, DI FACILE UTILIZZO E IN TEMPO REALE, INOLTRE RENDONO VISIBILI LE REAZIONI DEL PUBBLICO CREANDO INDICI DI GRADIMENTO (IL LIKE).
Questi sono insomma strumenti utilissimi per le aziende che ottengono notevole visibilità a costo basso, investendo negli influencer come megafono per i loro prodotti.
I social risponde anche ad un’altra esigenza di marketing: il brand equity. L’azienda deve veicolare mezzo social l’idea di un brand solidale, inclusivo, con attenzione alla diversità.
2. L’UTILIZZO DEI SOCIAL PER LE AZIENDE: IL BRAND EQUITY.
LA PRESENZA ONLINE DI UN MARCHIO, IN PARTICOLARE LA SUA PRESENZA SUI SOCIAL, PUÒ ESSERE UNA RISORSA CHE CREA VALORE IN ESSA E NEL PRODOTTO CHE VENDE.
Come già detto, i compratori e i potenziali clienti entrambi naviganti sui social, si identificano con i valori solidali e inclusivi del marchio, e sono più propensi ad acquistare i suoi prodotti.
È importante sottolineare a questo proposito che, una strategia o una comunicazione fallace su internet, proprio per la “viralità” del mezzo, può creare danni all’immagine pubblica dell’azienda.
Un esempio di campagna social mal riuscita e che ha provocato una notevole perdita all’azienda è quella del marchio “Dove”, consiste di un video sui social in cui una ragazza di colore si sveste e diventa bianca che è diventato virale non per il prodotto ma perché considerato razzista e discriminatorio.
3. I SOCIAL PER L’AZIENDA: RECLUTAMENTO E VALUTAZIONE DEL PERSONALE
SOCIAL NON SONO SOLO STRUMENTI PUBBLICITARI MA VERI E PROPRI DIARI CHE RACCHIUDO LE IDEE, I VALORI E LE CAPACITÀ DEL PROPRIETARIO DI QUELL’ACCOUNT.
Quindi essi costituiscono uno strumento essenziale per i manager o reclutatori di personale nelle aziende che li utilizzano per conoscere e valutare il candidato come implemento o addirittura pre-valutazione al colloquio.
CHE COSA I SOCIAL COMUNICANO ALLE AZIENDE SU UN CANDIDATO
1. IMMAGINE PUBBLICA: cosa il candidato comunica di sé mezzo social in un contesto pubblico o semi pubblico. Sono considerati deterrenti candidati che mostrano uso o abuso di alcol o sostanze stupefacenti, o comportamenti aggressivi, razzisti o borderline. Il dipendente contribuisce a creare l’immagine del brand e queste azioni minerebbero all’opinione pubblica di quel marchio.
2. LE QUALITA’ UMANE: condivisione di post, o scritti con attività di volontariato o indicanti quello che gli altri dicono di quella persona, al fine di valutare se il candidato è affine con i valori dell’azienda o l’opinione che le persone hanno di lui/lei.
3. CAPACITA’ COMUNICATIVE: valutare come il candidato possiede veramente le famose “buona capacità di scrittura e comunicazione” indicate nel curriculum.
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(1) Andreina Mandelli , Marketing e comunicazione, Hoepli, Milano. Volume a cura di M.Masini, J.Pasquini, G. Segreto (2020)
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